Ixylon Q&A

Q.10

E questo che c’entra con l’arte?

A.

Beh, l’arte offre una visione (percezione) del mondo.

Secondo il fisico David Bohm, nell’universo esiste un ordine implicito (implicate order), che non vediamo e che egli paragona ad un ologramma nel quale la sua struttura complessiva è identificabile in quella di ogni sua singola parte, e uno esplicito (explicate order) che è ciò che realmente vediamo; quest’ultimo sarebbe il risultato dell’interpretazione che il nostro cervello ci offre delle onde (o pattern) di interferenza che compongono l’universo. Poiché Bohm riteneva che l’universo fosse un sistema dinamico e quindi in continuo movimento, e siccome con il termine ologramma solitamente ci si riferisce ad una immagine statica, Bohm preferiva descrivere l’universo utilizzando il termine, da lui creato, di Olomovimento.

Dopo l’esperimento di Alain Aspect del 1982 che rivelò una comunicazione istantanea fra fotoni a distanze infinitamente grandi, Bohm ribadì come non vi fosse alcuna propagazione di segnale a velocità superiori a quella della luce, bensì che si trattasse di un fenomeno non riconducibile a misurazione spaziotemporale. Il legame tra fotoni nati da una stessa particella sarebbe quindi dovuto all’esistenza di un insieme di variabili nascoste che formano un ordine delle cose che noi normalmente non percepiamo, nel quale ogni cosa (particella) non è da considerarsi come cosa separata o autonoma, bensì come facente parte di un ordine atemporale e aspaziale universale, cioè l’Olomovimento.
Bohm scrisse che noi dobbiamo imparare ad osservare qualsiasi cosa come parte di una Indivisa Interezza (Undivided Wholeness), cioè che tutto è uno.

Karl Pribram, medico neurochirurgo austriaco, in collaborazione con Bohm ha sviluppato il cosiddetto modello cerebrale olografico della funzione cognitiva, da lui chiamato modello olonomico del cervello e noto anche come modello olografico di Pribram e Bohm o come paradigma olografico.

Con questo modello, Pribram ha teorizzato che le informazioni, e quindi anche i ricordi, immagazzinati nel nostro cervello non vengano registrati nei neuroni, ma siano il risultato di figure (o pattern) d’onda interferenti, spiegando in tal modo la capacità del cervello di immagazzinare un’enorme quantità di informazioni in uno spazio relativamente piccolo.

Successivamente, Pribram ha contribuito allo studio e alla comprensione del ruolo dei gangli della base nell’organizzazione delle emozioni e delle motivazioni. Egli ha inoltre scoperto i sistemi sensoriali dell’area cerebrale chiamata corteccia associativa sensoriale (detta anche corteccia cerebrale posteriore, o corteccia di associazione), ed ha indicato come questi sistemi funzionino per organizzare le scelte che facciamo fra gli stimoli sensoriali, e non solo per il rilevamento degli stimoli stessi.

Q. 11

Ah, bene, ologrammi dappertutto! Sempre più chiaro!

A.

Nel mondo fisico la tecnica olografica si basa sul fenomeno dell’interferenza ottica. Nella registrazione di un ologramma la luce proveniente da un laser viene divisa da uno specchio semitrasparente (beam-splitter), i due raggi risultanti vengono quindi espansi e convogliati mediante specchi, uno ad illuminare il soggetto (fronte d’onda dell’oggetto) ed il secondo direttamente una lastra fotografica (fronte d’onda di riferimento): i due fronti d’onda interferiscono e la registrazione delle frange d’interferenza sulla lastra fotografica è l’ologramma. La lastra viene sviluppata e fissata come in un ordinario procedimento fotografico in bianco e nero. Quando sulla lastra si rinvia l’onda di riferimento, il fronte d’onda dell’oggetto viene ad essere ricostruito punto per punto della lastra.

Q. 12

Interessante. Ma, di nuovo, che c’entra con l’arte?

A.

Atteggiamento sprezzante e ottuso, tipico dell’ignorante incallito.

Abbiamo detto che l’arte è una visione del mondo, un’immagine mentale. Come una fotografia, ma a livello psichico. Usa l’analogia. Nella spiegazione sull’olografia sostituisci lastra fotografica con schermo mentale e onda di riferimento (laser, che è luce concentrata) con consapevolezza (che è coscenza concentrata).

La tua coscenza illumina il mondo e l’immagine viene proiettata sullo schermo mentale (Chidakasha in sanscrito). Ora hai capito?

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